• Avola in corteo per l'ospedale, denuncia alla politica

    Avola. Ha assunto il sapore di un'aperta denuncia della negligenza del mondo politico, affiancata da un'ennesia, disperata richiesta di tutelare il diritto alla salute, il corteo cittadino svoltosi venerdì 24 luglio ed organizzato dal comitato per il diritto alla salute. Alla manifestazione, per aderire alla quale è accorso un considerevole numero di persone, hanno preso parte anche le rappresentanze sindacali della segreteria provinciale Fials e Cgil, Roberto De Benedictis, Vincenzo Vinciullo e il deputato regionale dell'Mpa Pippo Gennuso. «Non è consentito al governo regionale di imporre le sue scelte perché la sanità la subiamo noi. I direttori generali devono necessariamente rapportarsi con la conferenza dei sindaci (costituitasi venerdì mattina ndr). Dobbiamo continuare a manifestare, la classe dei nostri deputati potrà dare sostegno e forza alle nostre richieste» ha detto il sindaco Tonino Barbagallo. Dal palco sono arrivate pesanti critiche al mondo politico. «Se non riuscirete a risolvere la situazione dell’ospedale, allora é meglio che ve ne andiate tutti a casa», ha affermato senza mezzi termini il vicario foraneo, padre Giovanni Caruso, che si è spinto fino a citare i nomi di alcuni esponenti politici che, a suo avviso, avrebbero interessi nelle cliniche private e quindi non farebbero altro che andare in controtendenza lasciando i cittadini privati dell'aiuto delle istituzioni per vincere la difficile battaglia contro la riforma della sanità. Alla denuncia del vicario foraneo è seguita la risposta di Bufardeci, che, tirato in ballo perché elencato tra i "responsabili" da padre Caruso, ha replicato: «Da cattolico, prima ancora che da uomo delle istituzioni, sono costernato e allibito per le parole che il sacerdote padre Caruso ha pronunciato pubblicamente contro di me. Sostenere che io abbia interessi in cliniche private è una grossolana bugia che non rende onore all’abito talare. La sua è retorica nel segno della pura demagogia in un clima da caccia alle streghe».
    La partita, insomma, sebbene giocata finora con toni pacati, sembra assumere all'occorrenza toni più aspri. Ieri i dipendenti dell'ospedale Di Maria, riuniti nell’assemblea permanente organizzata dalle Rsu, hanno avviato la raccolta delle tessere elettorali davanti all'ingresso del nosocomio in segno di protesta contro i dirigenti politici. «Loro ci negano il diritto alla salute, noi rinunciamo al diritto al voto perché non ci sentiamo rappresentati da questa classe dirigente sorda alle esigenze del territorio», affermano i dipendenti, intenzionati a consegnare le tessere al sindaco Barbagallo perché provveda a comunicare alle sedi opportune l'emergenza e il disagio che il nostro territorio sta provando in questo difficile periodo.

0 commenti:

Leave a Reply